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“Scrivere, descrivere, trascrivere.
Scrutare, percepire, sentire.
Patire o godere.

Vivere.

Si scrive perché esplode un mare dentro.
Si scrive perché si è sorpresi dalla naturalezza di ciò che accade.
Si scrive perché si guarda, si osserva, si vede.
Si scrive perché si sente un mondo e si percepisce un universo.
Si scrive perché si ha un dolore nel petto e si scrive perché si sente lo stomaco sorridere. 
Si scrive perché ci si perde in se stessi e ci si ritrova negli altri.
Si scrive perché ci si perde anche negli altri e si afferra se stessi.
Si scrive perché è la terapia ma si scrive anche perché è la diagnosi.
Si scrive a denti serrati e si scrive a bocca aperta.
Si scrive tra i fiori di campo o nello sterco di una stalla.
Si scrive nel sudore del sonno ma anche nel perdurare del giorno.

Si scrive.

Si scrive perché ci si lacera dentro o perché ci si imbellisce fuori.
Si scrive davanti a uno specchio e si scrive, pure, dietro lo specchio.
Si scrive a gambe levate e si scrive a braccia conserte.
Si scrive galleggiando in una particella d’alcol puro e si scrive gustando delle lasagne.
Si scrive perché ci si rifugia e si scrive perché finisce la prigionia.
Si scrive sul pelo dell’acqua e si scrive nelle viscere della terra.
Si scrive con le mani dell’artrosi e si scrive con le unghie smaltate.
Si scrive mentre si fa all’amore e si scrive mentre sventra la guerra.
Si scrive perché si è abbandonati e si scrive perché si ha abbandonato.
Si scrive col gusto amaro delle stelle o con il sangue della luna.
Si scrive inseguendo un extraterrestre o avvistando un ufo.

Si scrive perché ci si ferma, perché non si corre più, perché l’impatto è forte e le vene dettano.

Si scrive perché non si ha nulla da dare se non quella pochezza,

forse grottesca,

di un’esistenza che stride naufraga.”

(Antonio Belsito)