“Quando le parole sembrano finire
quando gli abbracci sembrano mancare
quando uno sguardo sembra intimorire
quando la morte sembra arrivare
e la vita sembra mancare
bisogna chiudere gli occhi
inspirare lentamente
ed espirare con impeto.
Ci si acquieta.
Si può ricominciare.”
(Da “Quando” di Antonio Belsito)
“In questo cielo vestito a colori
in un sogno di giorni migliori
i tuoi occhi nei miei occhi
mi sconquassano di pensieri
e già sembra ieri
quando l’autunno sfiorava i tuoi capelli
e le foglie lambivano i nostri cervelli
e i tuoi seni attraversati dalla brezza
abbracciavano ogni mia carezza.
Infiniti piaceri sul mare
i desideri iniziavano a remare
e la tua mano entusiasta di cercare
mi raccontava il candore.
In questa stanza chiusi a pensare
che fuori, forse, potrebbe essere un giorno migliore
col profumo di una pozzanghera
perché, comunque, si deve inciampare
per sentire il bisogno d’amore
e le ore di abbracci silenti
e nelle more guerre tra santi
in questo mondo che, spesso, gira al contrario
il tuo sguardo è il mio santuario.
Tra queste stelle che sanno di mare
Noi divertiti a nuotare
e le nostre braccia tese a incrociare
quel desiderio
che la luna induce a cercare
perché si può un mondo migliore
perché si deve un mondo migliore
basta solo fermarsi a guardare
un bambino che inizia a giocare.”
(Antonio Belsito)
“E si aprono cieli di spensieratezza
in un universo ove non manca la tristezza
e s’illuminano volti
come fossero stelle
e si accendono occhi
mentre brillano comete
tra le più belle.
È l’incanto della fanciullezza
di quella genuina giovinezza
in cui al mondo si da il proprio nome
al sole si lascia l’incanto
la luna diventa pavimento
e si tende la mano
o basta un solo dito
per disegnare l’infinito.
E sono corse abbracciati al vento
mentre i capelli volano in silenzio
e le ginocchia si sbucciano,
ridendo,
e il cuore si dona
si butta
si tuffa
salta
affanna
si nasconde
e ritorna sudato di felicità
perché lo sguardo rivolto al cielo
diventa il sogno più bello
d’ingenuità
e inciampare
è solo un gioco
come l’alternarsi
del giorno e della notte,
del caldo e del freddo,
dell’azzurro e del grigio.
Così si nuota nella tempesta più bella,
si supera l’uragano più intenso,
si accarezza il deserto,
si vola come gabbiano,
cadiamo e ci rialziamo.
Perché la paura più grande
è chiudere gli occhi
e non sognare.”
(Antonio Belsito)
“E pensa che non ti avrei mai pensato
che tante volte ho cercato
e, poi, chiusi gli occhi
ti ho solo sognato.
Sei il magone più magone,
l’ansia più ansia,
il desiderio più desiderio,
sei il più del mio meno.
Il più del mio meno.”
(Da “Sei tutto ciò che di bello mi accade” di Antonio Belsito)
“E si apre un cielo di luce
in una cascata di stelle
ed è deflagrazione di vita
come la più dolce carezza
come il più stretto abbraccio
come il più desiderato bacio
come noi quando ci siamo visti
senza conoscerci
ma già amandoci.”
(Antonio Belsito)
“E dimmi quanto può sembrare vero
ché non si placa il pensiero,
incessante non può tacere
ché i tuoi occhi sono dovere.
Copriti il cuore affinché io non lo veda
ma lo senta
ché l’intensità non mi spaventa.
È un ricordo che arriva lontano,
mentre io ti sfioro la mano.”
(Antonio Belsito)
“Aderiscono
i pori della pelle
come le mie palpebre
sulle tue
e scorrono i nasi
e si cercano
e si accolgono le labbra
in un farsi e disfarsi
come le lenzuola del tempo
e le guance ustionano
e battono gli zigomi
e si annodano i capelli
e si afferrano le anime
e si rincorrono
mentre le mani cingono
e i fianchi si prestano
e l’addome s’incolla.”
(Antonio Belsito)
“E, ora, ti racconto di quegli anni
piccolino
e, ora, ti dico di momenti
mentre a gattoni
con gorgoglii di parole
donavi gli occhi
ed era splendore
perché quello è il tempo
in cui con un solo dito
si disegna l’universo
e si diventa infinito.”
(Antonio Belsito)
“Lasciami annegare come un pesce
lasciami asciugare come l’acqua
lasciami illuminare come ombra
lasciami sparire come sole.
Lasciami sognare come luna
lasciami navigare come stelle
lasciami respirare come cielo
lasciami solo con amore.”
(Antonio Belsito)
“Si va via senza un perché
neanche il tempo di pronunciare
un però
di spalancare gli occhi per riempirli di luce
e di cielo
vero
solo un sospiro
a reclamare ciò che siamo
ad acclamare che andiamo
e chiediamo:
qui che facciamo?
Uno sbatter d’ali
chiamato libertà
in un batter di ciglia
che brillano di lacrime
in un istante presente
a volte latente
altre esorbitante
e non si sente
e si mente
e ci si convince
che un arcobaleno
è lieve quanto il fieno
però…
… non basta inventarsi un momento
quando si capisce che fuori
tutto quanto tanto
è più duro del cemento.”
(Antonio Belsito)
“Cercami
come fossi la luna
alla sera.
Guardami
come fossi l’ultimo momento.
Stringimi
come fossi l’abbraccio più bello.
Donami perché sono l’ultimo
perché sono il nulla
volatilizzato nella polvere
di una strada sterrata,
sbattuto dalla brezza.
E vivimi
come fossi la tua anima.
Amami
come fossi la tua preghiera.
Respirami.”
(Antonio Belsito)
“Parole carezze le stesse
dolcezze mezze forse
abbracci raggi sorseggi
fremiti accorati cadenzati
incessanti sorprendenti travolgenti
ansimanti fermenti ferventi
Candidi
Amanti.”
(Antonio Belsito)
“Lo sai che il cielo si dipinge di blu
mentre noi dormiamo
e c’è anche chi non riesce più
e cade un petalo di rosa
mentre l’alba risveglia l’orizzonte
e d’un tratto si assopisce anche il sole
e una foglia plana senza alcun dolore
mentre noi ci abbracciamo d’infinito
un alito di vento spazza ciò che è finito
e non rimangono neanche le orme
ché, a volte, anche le nuvole sono sorde
e più mi stringi la mano
e più ti dico ti amo.
Nasce un bocciolo su un ramo
mentre la neve imbianca
e noi ci guardiamo.”
(Antonio Belsito)
“E intanto suona una nenia
e in una culla sorge il sole
che non esistono parole
la sorpresa è negli occhi
ché si apre il cuore
e intanto suona una nenia
sul pavimento a gattoni
a strisciare sull’entusiasmo
l’ingenuità di un cordone
a guardare in basso
e sorprendersi dell’alto
e intanto suona una nenia
nell’equilibrio di una sera
barcollante in un sorriso
senza accorgersi delle ore
e intanto suona una nenia
e ogni passo è stupore
e il cielo è più clamore
e il sole è più colore
amore
in quelle braccia tese al cielo
a voler volare
sognare
a soffiare un aquilone
a rincorrersi
e a non fermarsi.
Sudore.
Perché nulla fa male
quando hai stelle da contare
e voglia di giocare
e intanto suona una nenia
e la luna appare
come fosse un viso
che sta a guardare
e vederla galleggiare
e volerla acchiappare
non c’è male
e intanto suona una nenia
suona una nenia
una nenia
nenia…”
(Antonio Belsito)
“Fuori.
Un bar
una finestra senza età
un bambino che corre
e si ferma più in là
un’anziana signora che va
il genitore che grida
“vieni qua!”.
Una macchina senza identità
il rombo di un motore
e una moto che sorpassa in velocità
un venditore ambulante che dà
un signore in un vestito più in qua
una ragazza e un décolleté che si fa
un cane che non sa
un vigile urbano
“altolà”
il fumo di una sigaretta
una parola non detta
uno sguardo sfuggente
un abbraccio che mente
e, ora, solo qua
chissà.”
(Antonio Belsito)
“E ti racconterò di foglie
che navigano secondo il mare
di pioggia che cade
e, a stento, risale
di nuvole colorate dal vento
e ti racconterò di pozzanghere che sanno abbracciare
di vie abbandonate che fanno rumore
e sentirai il sapore del sale
il gusto del grigio
si aprirà un cielo da scoprire
– insieme –
e saprai del colore
del cuore.”
(Antonio Belsito)
“Ché tanto tutto va e tutto torna
ché ci si ferma e poi si riparte,
a volte,
ché, altre volte, si rimane lì
troppo se si è sensibili
e troppo poco se si è insensibili
ché si conta il tempo
come se si dovesse controllare il tempo di cottura
ché si cuoce appresso
e si cuoce di meno da soli
ché tutti non significa tutto
ché tutto, spesso, è il resto,
l’oltre,
ché così è
e ché così potrebbe anche non essere
ché ci si divora
e, poi, ci si ritrova
e se non ci si ritrova…
Beh!
Ché essere potrebbe, davvero, essere
e che, a volte, non basta
perché la verità non sembra libertà
che, però, la libertà è non tartassare
di pensieri il pensiero
facendo dell’esistenza uno scolapasta.
Ché tutto va e tutto viene
come se essere scontati
sia ciò che di più facile possa avvenire
per essere normali
che, poi, essere normali
non è una crostata alla marmellata
ché il palato, a volte, non è tale
e, altre volte, bisogna ricominciare.
Ché tanto tutto va e tutto torna,
forse.”
(Antonio Belsito)
“Lasciami naufragare
nell’azzurro del tuo mare.
Lasciami navigare
nel tuo cielo
e colorare.
Lasciami sprofondare
affondare
approdare
perché tu sei
uno strascico di fascino
in una caduta di stelle
a intensità ribelle.”
(Antonio Belsito)
“Ti amo
come foglia adagiata
sulla mano
come respiro
sussurrato
ti amo
ansimando il tuo nome
come vento d’estate
ti amo
mentre m’imbatto in te
come mareggiate
ti amo
in un incedere di voglie
dannate
come il tuo corpo
che è sempre più il mio vate
ti amo
nella dolcezza più volgare
in un bacio appiccicato
nell’infinito di un istante
ti amo
in ogni vocale
e in ogni consonante.
T I A M O.”
(Da “Sei tutto ciò che di bello mi accade” di Antonio Belsito)
“Ti riconosco dagli occhi
come fossero secchi d’acqua:
a pulire il fango,
a scoprire l’inganno,
a denudare l’affanno.
Danno.
Le pupille dilatate,
a volte contratte,
forse distratte,
d’iride superbo,
di colore acerbo,
il fittizio garbo.
Si intravede un cantuccio,
riflesso dal cristallino,
luce buio,
chiaro scuro,
dolce amaro.
E appare un quadro,
tela,
e sopraggiunge la sera,
vera.
Colla trasparente
appiccica pensieri
sin da ieri
anche oggi
per domani
e uno spaventapasseri affoga
mentre si va di moda.
Artificiosamente in voga.”
(Antonio Belsito)
“Non dirmi cos’è il vuoto
non dirmi cosa c’è dietro
lasciami l’ebbrezza
carezza
d’istanti ripetuti
acchiappati
abbracciati
– maledetti
benedetti –
e sale il mio pudore
si contano le ore
mare
fruscio di vento
sole lento
l’orizzonte stanco
il cielo sembra un ammanco
sfuma la luna
si diradano le stelle
e cantano le onde
profonde
di assenza
l’essenza
senza.”
(Antonio Belsito)
“E poi si dice anche una bugia
perché si cerca l’affabile amnesia
in un vuoto che sorprende e strapazza
in una caduta
in un passo
forse falso
ché quando manca il sostegno
traballa il sogno
eppure non c’è passo più solido
che percorrere e ripercorrere
forse fremere
quasi gemere
il mare mosso
di un commosso istante
Viandante.”
(Antonio Belsito)
“Un fiore in un prato
dal tramonto colorato
e una brezza che spira
mi racconta di te.
Tu che sei qui
in una carezza di cielo
tu che sei qui
arcobaleno.
Guardami in faccia
cerco il sereno
scorgo l’orizzonte
e sento una mano.
Tu che sei qui
in una carezza di cielo
tu che sei qui
arcobaleno.”
(Antonio Belsito)
“Lasciami bere l’ultimo quartino
e non preoccuparti del bicchiere
ché sarò io a sciacquarlo nelle vene.
Torna la spiaggia e sento il mare
tu che ti tuffi e io che ti seguo
perché non so stare.
E poi a piedi nudi
a correre e camminare
e il cuore che ci insegna a saltellare.
Abbracciati stritolati nella frequenza di un occhiolino
con l’amore già sotto il tavolino.
A inseguir aquiloni
a imparare le lune
a cercare le ore.”
(Da “Sei tutto ciò che di bello mi accade” di Antonio Belsito)
“Gli occhi
come il cielo
sul mare
a risplendere
d’infinito
in un abbraccio
d’essenza intensa
come arcobaleno
sul grigio
a richiamar la vita
in uno sguardo.”
(Antonio Belsito)
“Mi spiace veder buttato il mare
e stropicciato il cielo
e accartocciata la terra
ché non torna più come un tempo
bella
e non ammaccata
inginocchiata
ché appare la guerra come un giglio
che apre occhi di giustezza
mentre macina sorrisi
dei più semplici
e toglie respiro
ai più deboli
e le armi ne sono rumore
ma anche senza armi
s’uccidono le stelle
che senza ossigeno
non sono così belle
e passa anche la sorpresa di un arcobaleno
se gli occhi sono muti
e le bocche spente
dalle cerchie del veleno.”
(Antonio Belsito)
“Ti vedo
in un divenire di colori
a imbrattare
col sorriso
come fosse il paradiso
a ricoprir di stelle
il mare
con un bocciolo
-uno solo-
e il riflesso
a riempire
sogni
agognati
timidi
allontanati
acchiappati
e poi sbattuti
sul muro della speranza
nel silenzio inquieto
-forse malato-
di una stanza
a cestinar memoria
lasciandosi cadere
nell’ebbrezza
di una spugna
ad assorbire
la combattuta
stremata
divertita
provocata
sfidata
acclamata
e maledetta
-a volte avida e impacciata-
vita.”
(Antonio Belsito)
“Accade
di passo
senza frontiera
e si leva
nel vento
furibondo
di essenze
-profumi a scagliarsi-
-colori a gemere-
è intrecciarsi
senza lasciarsi
d’incessante
tremolio
sussurrato
di esistenze
a sovrapporsi
di fremito
come unguento
di bocche
in un tremolio di dita
di cosce
distese di dolcezza
in uno sconquasso
di tenerezza
che brulica
l’affanno
soffuso
nella quiete
di una folata.”
(Antonio Belsito)
“Sono giorni
di mesi e di anni
ore
e minuti con secondi
passi
a gattoni
trascinandosi
vagiti
che diventano canzoni
poi in piedi
parole
negli occhi
binocoli
cielo
stanze
palloni neri
sino al primo grido
di liquido amniotico
che diventa colore
di pelle
di carne
di verità
ingenuità
di prime corse
per strada
e – fatalità –
durezza
di suole consumate
di corse inseguite
di ginocchia sbucciate
di pioggia senza ombrello
di sole
solo
ingarbugliato il pensiero
alla ricerca del siero
tra l’adulto e l’altro bambino
a volte, manichino
tra il bianco e il nero
attonito il grigio
arriva, anche, l’arcobaleno
orgoglio
paura
dubbio
felicità
la tristezza più in là
fa
fu
ricordi
memorie
di eventi
senti
menti
tanti
ponti
di giocattoli
fortunati
poi di penne colorate
di quaderni ordinati
di libri
di arnesi
e stare lì a guardare
disegnare
sognare
scarabocchiare
accompagnare
sostenere…
Boh!
Amare.”
(Antonio Belsito)
“Urli
contro il cielo
ed è già mattino.
Cerchi le orme
di quando eri bambino
in un divenire
di stelle a metà
tra il cielo e la serenità:
ah!
Ti scuote
il mondo adulto
sembra un insulto
a volte, anche un furto
identità
di sogni rincorsi
come sorrisi a batti cuore
stupore
torna il bambino
un pallone
una carezza di un genitore
in un nido di cotone
sincerità
oggi, gira un mondo
di cartone
che si piega al primo scossone
scoppia il pallone
piange il bambino
nessuna mano vicino
naufrago di verità
su una zattera di autenticità
torna la luna
– è là –
le stelle sono ancora a metà
in un mare di onde arrabbiate
mentre il vento fa le passeggiate.”
(Antonio Belsito)
“Una coccola
come fosse un dondolo
come fosse una zattera
come fosse
soffice
lieve
miele.
Sole
accarezza
strade
sole
acceca
il mare
sole
risplende
l’orizzonte
sole
cocente
di amanti
sole
splendente
di corpi
immacolati
incollati
attaccati
di corpi
che si cercano
che s’incontrano
che si riconoscono.
Foglie
si staccano
cadono
è il vento
un controsenso
poi rinascono
abbelliscono
sortiscono
chiome
d’intensità
proteggono
avvolgono
coinvolgono.
Passi
di altri passi
e ancora passi
anche tra i sassi
orme
forme
conforme
eco
di battiti
ammattiti
sostenuti
ritmati
rossore
un bianco di pudore
un giallo solare
l’orizzonte e il mare
foglie e strade
una coccola
vento
la luna sembra remare:
A M A R E.”
(Antonio Belsito)
“Ho voglia di urlare
al cuore
col cuore
che il mare
e il cielo
hanno solo un colore;
le ore,
come fossero un motore
(fatica, sudore),
coinvolgono, travolgono,
ricordano.
Volgo
lo sguardo a terra
corro
coi piedi per terra
sento
che c’è la terra.
È tutta una guerra
che distrae
contrae
ritrae
ma la vita…
(sì, la vita)
… scusa!
Perché proibita?
Esplodono emozioni
tellurici scossoni
tessuti, aorte, ventricoli:
questi sono i miracoli!
Sentire, guardare,
capire,
toccare:
non scappare
perché la terra ha bisogno
di chi sappia annaffiare
senza fiatare
solo donare
amare.
Amore
non è amaro
non è raro
è un faro
caro
coro
di voci sovrapposte
giustapposte
contrapposte
opposte.
Rimane l’eco
ma non basta
rimane l’eco
ma non gusta
rimane l’eco…
… è la parola giusta?
Amore e basta.”
(Antonio Belsito)
“Sospesa
in un candido volteggiare
di luce
intensa
come occhi profondi
di vita
esistenza
di tenera carne
beata
d’anima intrisa
e preghiera
in ogni filo di capello
dorato
adagiato su seni ribelli
di viso ardito
d’incessante divenire
di palpiti
silenti
come passi lievi
su un corredo
di parole soffiate
carezze
d’intensità proibita
tant’è lo spirito
travolgente
incisivo
e si aprono cieli
e si avvicinano orizzonti
e la luna disegna il sole
e il sole disegna la luna.”
(Da “Sei tutto ciò che di bello mi accade” di Antonio Belsito)
“In questa stanza
senza umori
ove tornano i ricordi
e i sapori
accucciato
al rumore del fato
stretto
nella morsa della vita
tra cielo e mare
come fosse via proibita
e d’ingeneroso ritmo
a saltellare
nella mente le parole
come fossero strascichi
di comete impazzite
desideri
e figure tornite
di dolcezza
all’eco della fragile
tenerezza
è ampiezza di passi
posati
interrati
scoperti
pensati
in un rincorrersi
di colori figurati
agguerriti
custoditi
nel tempo che pesa
come foglia
al dolce cadere
verso terra.”
(Antonio Belsito)
“C’è gente
che muore
alla luce del sole
eppure
il sole
illumina
riscalda
è come abbracciasse
e consolasse
mentre si vede
il volto più magro
della vita
scarnito
dalla freddezza polare
di chi c’è
senza guardare.”
(Antonio Belsito)
“Pali
vestiti di neve
e sopra passeri
ghiacciati giacciono
come sentinelle
d’un tempo
controverso
di occhi sbarrati.”
(Antonio Belsito)
“D’un frastuono
cupo
quando s’infrange
pietra
contro pietra
e scintilla
fa brillare
l’incontro
d’un intenso sfaldarsi
di schegge
furibonde
perse nell’essere unità.
Frammenti.”
(Antonio Belsito)
“Seduto sul gradino
d’appoggio levigato
col sole che conta le rughe
del tempo
e nel tempo
continua lo sguardo
d’iride dilatato
come finestra su un campo
orizzonte
senza ostacoli presenti
ma
duramente
passati
di occhi bagnati
di fatica
a deglutire bisogno
e nel sonno
a tirar via i denti
d’una dignità
che imperversa
come stelle nel cielo
a raccoglier briciole
di sorrisi
mentre i calli
di mani e piedi
decorati
gridano l’orgoglio
d’un bicchiere di vino
a voler dimenticare
tristezza
con la forza
d’un gomito alzato.
Uomo o Dannato.”
(Antonio Belsito)
“C’è il mare.
Accarezza il vento
scorre la sabbia
riflette la luce
di luna piena
e nuvole disegnano di grigio
e il blu scuro s’insinua
e si muove foglia
d’autunno vestita
e insiste la pioggia
tra l’eco di lacrime
e il furore di sorrisi:
occhi.”
(Antonio Belsito)
“Voce
che altra voce
porti via.
Male
che altro male
produci.
Morte
che di vita
ti sazi.
Prigioniera degli uomini
e altri ne fai…
Guerra,
dalle macabre tonalità
lambisci cuori umani
con disumana mestizia.
Oasi
per gli assetati
di potere.
Ristoro
per gli affaticati
dalla pace.
Amuleto
per gli sfortunati…!”
(Da “Silenzi” di Antonio Belsito)
“Nulla è quiete
ché cadono anche le stelle
nel cielo che culla;
ché passa il sangue nelle vene
a flusso veloce
e non si sente rumore;
ché quando apri gli occhi
entri nella stanza del mondo
eppure i passi non si percepiscono;
ché quando pensi o
quando ricordi o
quando sogni
s’aprono cassetti
nel silenzio di giorni;
ché una lacrima bagna
come fosse onda
eppure sembra carezzare
come fosse
brina.”
(Antonio Belsito)
“È uno scroscio
che tocca
come fosse
-spedito-
un tacco.
Bussa
alla finestra
la pioggia
maldestra:
penso
affanno
e naufraga
il senno.
Ho voglia
di carezze
che allontanano
tristezze.
Fruscio
di vento
e
io ti sento
mentre scorgo
commento
le emozioni
le sento
le prendo
e
non mi pento.
Riempio
d’un sussulto
il tormento
-non mento-
agguanto
il tuo sguardo
mordo
il desiderio
sordo
perché senta
il ticchettio
lo sfavillio
lo scintillio
che consumano
le ore
nel mio cuore.
Ancoro
il mio respiro
che si perde
in un giro:
sogno.
Inspiro
espiro
ammiro
tiro il fiato
sospeso:
ho atTEso.”
(Antonio Belsito)
“Lasciami stare ancora un po’
in questo letto stropicciato
di carezze,
in questo letto profumato
di sguardi,
in questo letto permeato
di noi.
Lasciami sentire ancora un po’.
È dolce schiudersi di mattine
al desiderio delle sere
e si torna
come fosse estate
nell’intensità delle mareggiate
e sorprende l’autunno
di foglie lievi
come cascate
e svanisce la paura dell’inverno.
È di nuovo primavera.”
(Da “Sei tutto ciò che di bello mi accade” di Antonio Belsito)
“Ore
di sere vere
di solo sole;
il mare che è sale
e non si ferma il sudore.
Amore
senza amaro:
la luce di un faro.
Raro
è come caro;
si vede poco
e io gioco.
Fuoco.
Arde, morde
vibra come corde.
Sentimento
perché io non mento.
Sento,
conto il tempo,
campo.
In un lampo
mi addentro
mi scontro
lo affronto.
Stringo
perché non fingo
l’abbraccio.
Bacio,
mi avvicino,
torno bambino.
Mi batte il cuore,
fragore,
stringo il mio rossore.
Fremo
temo
tremo.
Ore
di sere vere
di solo sole.
Di vita e di ardore.
Colore.”
(Antonio Belsito)
“Ho sentito di stelle illuminare,
ho visto lune sognare,
ho toccato cieli e mari,
ho gustato quadri:
l’odore della vita,
la fatica della salita,
il vino buono in gita,
l’acqua salata,
il participio passato “scalata”,
l’ansia in ascensore,
una lacrima d’amore,
un giorno di furore,
la fuga dal rancore,
il ticchettio e le ore.
Poi, la solitudine
come fosse similitudine della moltitudine;
ancora la gratitudine di un sorriso
che colora il viso,
il magone di uno sguardo
sia buono che bugiardo,
il coraggio di affrontare
e la voglia di considerare,
la corazza per rimpinguare la stazza.
Ah! Anche l’abito per fare il monaco:
ammazza!
Il giudizioso e il giudicare,
la zattera per salpare,
lo specchio da arrampicare,
l’ancora per atterrare.
Però è bella
perché c’è tanto da fare
e da imparare
e, comunque, è inquieta
e sorprendente come il mare.
Ah! Dimenticavo…
… ho visto anche farfalle volare.
Buon Natale.”
(Antonio Belsito)
“Ti nascondi dietro le stelle,
aspettando l’abbraccio del mare.
Un gabbiano sta a guardare.
Corre una nuvola nell’intimo celestiale
e la sabbia sembra mancare.
Scorrono i granelli tra le dita
mentre la luce di una lanterna
sembra carezzare.
È la dolcezza del sale.”
(Antonio Belsito)
“Tutto ciò che ci rimane
passerà
sarà
eternità.
Di acqua e di fuoco,
di ossigeno e di anidride carbonica,
di gas, di liquido o di solido,
di sole e di tempesta,
di certezza.
Tutto ciò che ci rimane
passerà
sarà
eternità.
Un volo sulla terra
e una passeggiata in cielo,
radenti per sentire
il vero.
Un battito e un magone,
tra felicità e dolore
nell’incedere delle ore.
Un sogno
ancora aperto
sotto un tetto.
Tra le stelle,
sulla luna,
un tuffo
su una nuvola.
Una mano,
una contorsione di braccia,
un bacio in uno sguardo
e sentire ciò che sarà,
seppur passerà.
Eternità.”
(Antonio Belsito)
“Cosa vuoi che sia un colore?
È una carezza d’immagini, un soffio di pensieri, un ricordo.
È un palpito di fantasia, una sorpresa di magia, un magone di…
Cosa vuoi che sia un colore?
È la gioia di un gioco, la rima di una musica,
la sfumatura di un istante.
È un senso, forse anche un verso, una direzione.
Cosa vuoi che sia un colore?
Se fosse rosso, blu o giallo
ma anche se fosse nero, grigio o verde.
Cosa vuoi che sia un colore?
È la luce di un sorriso, la dolcezza di uno sguardo,
il palpito di un’anima.
È uno/uno di noi/e noi/ siamo/ quell’uno.
– Ti senti? Toccati… –
Cosa vuoi che sia un colore?
È rosa.
È un rosa.
È un colore.
Cosa vuoi che sia un colore?”
(Antonio Belsito)
“Le vedi le stelle?
Le stelle.
Vedo un oceano di lacrime brillare,
vedo una primavera di cuori pulsare,
vedo un’onda di umori arrivare.
Sento un profumo di anime luccicare,
sento un vento di emozioni spirare,
sento l’ebbrezza del tempo passare,
sento la vita.
La luce e il buio,
il bianco e il nero,
il “chiaro” e lo “scuro”.
Accarezzo l’emozione dell’essere,
tra un sasso puntiforme e una nuvola colorata,
tra granelli di sabbia ambrata e una farfalla “dannata”,
tra la gioia di un sorriso e le orme di un viso,
tra una carezza fatale e il gusto del sale,
tra una parola scandita e un urlo di vita.
Le stelle:
le vedo volare
come un aquilone sul mare,
le vedo navigare
come anime
e salpare,
le vedo cingersi
come abbracci,
stringersi
come lacci.
Le stelle:
le vedo cadere
e rialzarsi,
essere
e, poi, fermarsi.
Sono curiose le stelle.
Sono un segreto da custodire,
un pensiero da dire,
un motivo per “odiare”
e un altro per amare.
Le stelle sono angeli che illuminano il mare.”
(Antonio Belsito)
“Sorridere senza diverbi,
senza dispute e senza condanne.
Sorridere nel miglior momento,
sorridere nel peggior momento.
Sorridere quando si è soli,
quando si è lontani,
quando si pensa.
Sorridere quando si è in due,
quando si sta per diventare tre,
quando il mondo non te lo permette.
Sorridi sempre,
in ogni momento,
per ogni avvenimento.
Sorridere è vivere,
rimarginare ferite,
annoverare speranza.
Cogliere la vita
così come si presenta.
Poter immortalare
ogni singolo momento
in fotogrammi
e, finalmente, sorridendo
veder scorrere la propria vita.”
(Da “Silenzi” di Antonio Belsito)
“Se fosse vero che il cuore pulsa
ma non sempre “irrora”;
se fosse vero che il cervello elabora
ma non sempre “illumina”;
se fosse vero che il collo sostiene
ma non sempre “gira”;
se fosse vero che le spalle proteggono
ma non sempre “difendono”;
se fosse vero che le braccia si allungano
ma non sempre si “flettono”;
se fosse vero che le mani stringono
ma non sempre “colgono”;
se fosse vero che il busto appare
ma non sempre è;
se fosse vero che le gambe sopportano
ma non sempre “corrono”;
se fosse vero che i piedi poggiano
ma non sempre aderiscono…
Se fosse vero…”
(Antonio Belsito)
“Un petalo vola come le ali di una farfalla,
portato dal vento delle sensazioni,
accarezzato dalla luce delle emozioni,
riscaldato dal calore dell’umanità.
Un petalo è una carezza,
un abbraccio,
una parola.
Un petalo è un semplice soffio,
un sospiro,
uno sguardo.
Un petalo è gusto,
tatto,
udito.
Un petalo è ciò che è stato,
ciò che è
e ciò che sarà.
Un petalo sono io,
sei tu,
siamo noi.
Un petalo è libertà,
rispetto,
coraggio.
Un petalo è coscienza,
diligenza,
conoscenza.
Un petalo
è l’aridità che diviene fertilità,
è la rabbia che diviene dolcezza,
è l’odio che diviene amore.
Un petalo è, semplicemente, un petalo…
… ma può divenire un fiore.”
(Antonio Belsito)
“Se mai un giorno dovessi tornare
nella tua pienezza,
dovessi illuminare nella tua dolcezza,
dovessi sfiorare quel desiderio che sono io…
Se mai un giorno dovessi concederti
al palpito sconosciuto,
schiuderti come una rosa,
divenire petalo…
Se mai un giorno dovessi riscoprire
il chiarore dell’alba
mentre, delicata, accarezza il tuo volto
o dovessi sentire il soffio soffice del vento
che abbraccia i tuoi capelli…
Se mai un giorno dovessi accorgerti di me
mentre i miei occhi nascosti
guardano te…
Se mai un giorno.”
(Da “Sei tutto ciò che di bello mi accade” di Antonio Belsito)
“È come un sogno a primavera
quando sopraggiunge la sera
e il sole ne risente
perché s’immerge nel mare
e saluta la gente.
I ricordi,
come foglia sull’acqua,
annaspano
e si addormentano.”
(Antonio Belsito)
“Cosa sai tu del dolore?
Tu conosci il dolore
che strazia il cuore,
strapazza la mente,
apre ferite?
Tu conosci il dolore mentre corre,
il dolore mentre guarda,
il dolore regalato?
Tu conosci il dolore dannato,
il dolore insensato,
il dolore affamato?
Tu conosci il dolore addormentato,
il dolore simulato,
quello affannato?
Tu conosci il dolore?
Quello santificato,
quello beato,
quello gridato?
Tu conosci il dolore
che gela la luce,
immobilizza il buio
e corre sull’orizzonte?
Tu conosci quel dolore
mentre acchiappa le stelle,
stringe la luna
e maledice il sole?
Tu conosci il dolore?
Il dolore che ingiallisce le foglie,
il dolore che secca gli alberi,
il dolore che è fulmine,
tuono o nubifragio.
Tu conosci il dolore
mentre la zattera è in mezzo al mare,
sola,
e tu non sai che fare?
Tu conosci il dolore
mentre nel fango s’inciampa,
nella palude si resta,
il dolore che diventa festa?
Tu conosci il dolore della morte
che diviene sorte,
di occhi spenti
perché non hanno pregato i santi,
di mani disunite…
… il dolore di vite?
Tu conosci quel dolore assassino,
quel dolore iniettato
perché bisogna tacere,
quel dolore che è dovere?
Tu conosci il dolore?
Quel dolore garbato,
quel dolore raffinato,
quel dolore incravattato.
Tu conosci il dolore
mentre chinato su un libro
riconosce che non c’è nessun equilibrio?
Quel dolore che diventa la farsa
perché il sistema è tutta una salsa.
Tu conosci il dolore
del pane spezzato
duro e azzannato,
il dolore di uno schianto
da una scogliera, da una finestra o da un balcone
perché il dolore diventa la peggiore condizione?
Tu conosci il dolore
di chi è senza parole,
di chi non sente,
di chi non vede neanche la gente?
Tu conosci il dolore
che non può alzarsi,
che non può sdraiarsi
e neanche riesce a saziarsi?
Quel dolore che è tormento,
forse, lamento,
quel dolore che è un momento.
Tu conosci il dolore?
Il dolore che scorre nei fiumi,
il dolore che dorme nei laghi,
il dolore degli aghi.
Tu conosci il dolore
di quei quattro,
di quel popolo,
quel dolore che è matto?
Tu conosci il dolore
della strada che incanta?
Il dolore che sembra lontano,
quello che sembra estraneo,
il dolore che gira l’angolo
e…
Tu conosci il dolore
che piange
e non si ferma
perché ha solo lacrime
e la terra?
Tu conosci il dolore?
Il dolore non si pente.”
(Antonio Belsito)
“Alle donne
La tua dolcezza mi resta dentro come la delicatezza dei tuoi passi.
La tua carezza mi resta dentro come l’abbraccio del tuo cuore.
Il tuo sorriso mi resta dentro come la sorpresa delle tue parole.
Il tuo profumo mi resta dentro come il sapore dei tuoi occhi.
Mi resti dentro.”
(Antonio Belsito)
“Vorrei saltellare sulle nuvole
e lasciarmi spingere dal vento.
Vorrei lasciarmi bagnare dalla pioggia e infreddolire dalla neve.
Vorrei lasciarmi asciugare dal sole
e illuminare dalla luna.
Vorrei scoprire come stanno le stelle lassù dove di più non si può.
Vorrei passeggiare sull’orizzonte.”
(Antonio Belsito)
“Ti ho sfiorato come fossi petalo
mentre la rugiada ravvivava le mie labbra.
Ti ho sentito come fossi foglia
mentre una folata di vento lambiva i miei battiti.
Celeste, grigio, nero era il nostro sospiro
mentre il sole diveniva rosso,
le nuvole si nascondevano
e la luna con le stelle sorridevano.”
(da “Sei tutto ciò che di bello mi accade” di Antonio Belsito)
“Lo senti il flagello?
Le carni si rivoltano come fossero stoffe da cucire,
mentre il sangue gorgoglia come fontana di piazza.
Le grida s’intensificano come fossero fuoco che divampa.
Il vento si alza.
Lo senti il flagello?
Sono gente che corrono come fossero onde nel mare,
sono braccia che si stringono come fossero radici che s’intersecano,
sono occhi che si guardano come fossero vulcani.
Sono polvere.
Lo senti il flagello?
Sono passi che si lasciano.
Sono orme che rimangono.”
(Antonio Belsito)
“Ora, chiudi gli occhi.
Inspira, lentamente.
Stringimi la mano.
Ci sono.
Ci siamo.”
(Da “Sei tutto ciò che di bello mi accade” di Antonio Belsito)
“Guarda in alto e non lasciarti mai cadere.
Plana.
Cerca nell’intensità del cielo azzurro,
corri tra le nuvole,
accarezza il sole.
Attendi la luna per raccontare il sogno
e le stelle per accendere il desiderio.
Pretendi la fantasia
e non lasciarla.
Insegui l’anima senza farti accorgere,
gioca a nascondino
e lasciati scovare dalla vita.”
(Antonio Belsito)
“Gli occhi
come il cielo
sul mare
a risplendere
d’infinito
in un abbraccio
d’essenza intensa
come arcobaleno
sul grigio
a richiamar la vita
in uno sguardo.”
(Antonio Belsito)
“Mare imbrattato di cielo
di bianco latte increspato
giallo solco di sole
verde arato il fondale
e sabbia d’arancio sminuzzata
di neri falò disseminata
trasparente il vento
scompiglia le piume d’un gabbiano
puntato su un grigio scoglio
a seguir lo svolazzare d’un foglio
che si stropiccia lungo il bagnasciuga
fuga.”
(Antonio Belsito)
“E se solo potessi sfiorare
il tuo pensiero
senza distrarlo
e sentirne l’intensità
come vento furibondo
ad avvolgere
mi inginocchierei
e ti tenderei la mano
per trovare la tua.”
(Antonio Belsito)
“E non pensare che quando arriverai
mi troverai così facilmente
perché sarò nascosto
– ma non per paura
bensì perché voglio il tuo coraggio
nel cercarmi -
e sappi che la vita mi ha scovato
e abbiamo giocato sino allo spasmo
nella polvere della strada, alla luce del sole, nell’acqua di mare,
tra i pini di montagna.
Ci siamo rincorsi con la vita
imbrattati dall’azzurro cielo
a seguire le scie delle stelle
ad acchiappare il vento
a bere ogni goccia di pioggia
ad impantanarci in una pozzanghera
a sentire il rumore
e ad ascoltare il suono.
Sarò felice di nascondermi,
sapendoti vicina, dietro l’angolo,
sotto il tavolo, davanti alla finestra,
sotto le lenzuola.
Non ti concederò nessuno dei miei ricordi mentre stringo forte gli occhi.
Tu non sai cos’è un abbraccio.
E io lo farò.
A occhi chiusi ti abbraccerò.“
(Antonio Belsito)
“Il tempo
ha l’intensità di un bacio
il peso di una carezza
la necessità di un abbraccio
il volto del cielo
o del mare mosso
a prender
o a ridare
granelli di sabbia.”
(Antonio Belsito)
“Camminami sull’anima e non mi calpesterai.”
(Antonio Belsito)
“Amore mentre cerchi invano
Amore sul divano
Amore in una mano
Amore ogni sera
Amore a intensità vera
Amore di cera
Amore stropicciando gli occhi
Amore di giochi farlocchi
Amore esausto di tocchi
Amore, comunque, amato
Amore, comunque, desiderato
Amore donato.”
(Antonio Belsito)
“Voglio immaginare
tutto ciò che ti accade
senza che tu sappia
perché, almeno, ti sento più vicina,
seppur tu sei lontana
e
non sai di me
quanto io so di te.”
(da “Sei tutto ciò che di bello mi accade” di Antonio Belsito)
“Un dondolo che culla una nuvola,
il sole che fa capolino,
la corsa affannata
di un giocoso bambino,
il mondo come base di un orologio,
un foglio
che svolazza
e lambisce un faggio,
il coraggio di un saggio.
Mentre un fiume inonda di azzurro
e colora di cielo la felicità
un vulcano esplode dolce verità
e una barca affonda nella vita
e una lacrima
è solo il segno tangibile
della serenità.”
(Antonio Belsito)
“Quando l’alba s’infrange
contro il vento
e foglie si staccano in silenzio
e fili d’erba colorati di rugiada
contano il tempo
e nuvole si sorpassano
ed è luce intermittente
e passi compassati succedono
a sguardi sedati
e parole strette tra i denti
e silenzi seduti comodamente,
l’odore di te
le tue labbra dipinte di me
le nostre dita in se
il mio e il tuo addome, beh…
caviglie a sfiorarsi
capelli a sciogliersi
respiri a confondersi.
La nostra estate.”
(Da “Sei tutto ciò che di bello mi accade” di Antonio Belsito)
“T’immagino
e dolce diviene il desio
mentre la fantasia
incessante
ti disegna
e diventi tela
da sfiorare
come petalo
che s’apre al sole.”
(Antonio Belsito)
“In un tuffo di baci
abbracci
a incollare gli occhi
a riempir le bocche
a sentire fianchi
in un subbuglio
di colori
che sanno di odori.
Amori.”
(Antonio Belsito)
“Catturami in silenzio
senza dirmi
e strappami l’anima,
sussurrando.
Culla ogni carezza
senza distrarre il momento.
Strapazzami di tutto ciò che senti
e non privarti.
Il tempo è l’intensità di non perdersi.”
(Antonio Belsito)
“E che quando alzerai gli occhi
dovrà sorprenderti ogni espressione
dovrà travolgerti ogni batter di ciglia
dovrà incantarti la lucentezza che promana
dovranno, le mani, divenir le tue
e le tue gambe dovranno congiungersi ai suoi passi
e dovrete iniziare a correre
così veloce
che quando finirete
vorrete ricominciare.
Un altro istante.”
(Antonio Belsito)
“ Piangi
perché è ricominciare
e mai finire
perché si ha bisogno di dire
e di continuare
piangi
perché è il suono da coccolare
la solitudine da abbracciare
l’incomprensione da superare
piangi
perché vorresti volare
eppure bisogna atterrare
e non riesci a stare
piangi
perché si presenta il dolore
la paura è odore
la morte, forse, diventa colore
piangi
perché sorprendi te stesso
– che non sei di gesso –
e se c’è un bene o un male
senti la forza per affrontare.
Piangere è amarsi e amare.”
(Antonio Belsito)
“Che ne sai
di quanto possa scaturire
da uno sguardo
mentre il sole rischiara
e la luna sfiora
e il cielo s’apre
e colora il mare
e il vento sospira
in apnea
o in emersione
d’uno spunto di dolcezza
o d’un tratto di tristezza
e quelle pupille dilatate
si ritrovano in una danza
a rincorrersi senza fermarsi
in un fremito incessante
il momento
in una tavolozza d’intensità
a sorridersi
o a non trovarsi
o a sfuggirsi
e, comunque,
a sognarsi.”
(Antonio Belsito)
“E tu lasciami affogare
che non c’è ritorno
in questo mare
e nell’intensità di ogni onda
voglio perdere il respiro
mentre il mio cuore affonda
ché è solo una sensazione
la morte
in una marea d’emozione.”
(Antonio Belsito)
“È tutto così.
A propulsione.
È uno scatto di muscoli e sentimento l’abbraccio.
È una stretta da morsa.
Le mani diventano tenaglie
e si afferra il bene.
Ci si incolla.
E ci si dice.
Abbracciami.
Ora.”
(Antonio Belsito)
“Che vuoi che sia
se scappi e non ti fermi
se scorgi e non accogli
se acceleri e, poi, non freni.
È tutto qui.
Basta saperlo.
È tutto qui.”
(Antonio Belsito)
“E se un albero si inchina al cielo
mentre il vento soffia fiero
e la sabbia si unisce al mare
e un gabbiano inizia a volare.
E se un passo accompagna l’altro…”
(Antonio Belsito)
“Non c’è una regola.
È tutta una “combriccola”,
un disegnare , con un dito, il cielo,
un inseguire, con gli occhi, un aquilone,
un inciampare e conoscere la paura
per imparare a trovare, poi, il coraggio di rialzarsi.
E si inizia a capire.
E si inizia a ragionare.
E si inizia fino a quando non si vuol più ragionare.
Non c’è una regola
per perdersi tra le stelle
o per ascoltare il mare
o per stare, soli, con la fronte poggiata alla finestra
per, poi, aprir le braccia
e simulare la libertà di un gabbiano.
No! Non c’è una regola
per piangere forte (ma forte)
contro l’amore
e, quasi nell’immediatezza,
abbracciarne il favore.
Inviarsi un “vaffanculo”,
trascinarsi dopo un pugno,
accasciarsi per una morte,
“pagare” con la vita.
Non c’è una regola
per capire che non ci sono eroi
(o che non dovrebbero esserci degli eroi)
ma solo uomini e altri uomini
che si dicono
e, poi, si chiamano
che sia Repubblica
che sia Stato
che siano politici
che siano magistrati
che siano funzionari
che siano associazioni
anche di mafie
pur di massoneria
oppure di sport.
U o m i n i !
Non c’è una regola
per guardarsi negli occhi
– finanche allo specchio
da soli o in compagnia –
e sentire l’ebbrezza della vita
che è solo un attimo.
Solo un attimo.
C a x x o.”
(Antonio Belsito)
“Ti dono parole che cadono sotto un cielo.
Ti dono parole che rovistano tra gli occhi.
Ti dono parole che arroventano il cuore.
Ti dono parole che sanno di terra.
Ti dono parole.
E sia la pioggia
e sia il sole.
Ti dono parole contorte come l’eco.
Ti dono parole graffianti come l’aratro.
Ti dono parole lucide come un vetro.
Ti dono parole, a frammenti, come cocci.
E siano tuoni.
E siano fulmini.
E siano tempeste.
Ti dono parole che sono uragani.
Ti dono parole che luccicano di stelle.
Ti dono parole che puzzano di bruciato.
Ti dono parole.
E sia sangue che scorre.
E sia rabbia che si arrovella.
E sia ruga che annaspa.
Ti dono parole che sanno di amore.
Ti dono parole che sanno di sale.
Ti dono parole.
Sole.”
(Antonio Belsito)
“Che le stelle hanno pietà
anche quando la luna è a metà
e cullano del ciel
desio
in un fruscio di foglie
svegliate dalla brezza del mare
mentre rena si rincorre
e i grilli stornellano
e le lucciole accendono
colori
di scoperta.
E i fiumi
più o meno stanchi
cercano il percorso
per sgorgare
senza dannare
e i fiori
nel buio
con i loro petali setati
rassicurano di delicatezza.
Ed è garbo.”
(Antonio Belsito)
“Perché non ci si può fermare
neanche se la puzza ottura le narici
e bisogna sempre correre
lasciando scorrere le ginocchia,
già pronti,
nell’eventualità,
a cadere con le mani
tant’è forte l’impeto
e tant’è intensa la frenesia
che il controllo del corpo in fuga
è quasi eresia
e, allora, si trasuda il sogno della libertà
mentre caviglie e ginocchia
battono il ritmo del risveglio
verso un giorno…
…chissà.”
(Antonio Belsito)
“E si sta così.
Alla ricerca di una direzione.
E si ascolta.
E si guarda e si aspetta.
E ci si muove.
Un po’ così.
Perché è pure ‘così’ che si capisce tanto.
Forse, troppo.
Va così.
È così non bisogna cedere.
Mai.”
(Antonio Belsito)
“Ti cerco tra queste note
al gusto del vino
perché tu sei l’ebbrezza
e io voglio essere
carezza
oltre la pervicace timidezza
che vuol tacermi
di te.
E non si placa l’accorato richiamo
ché gli occhi si schiudono
e mi trema la mano.
È un uragano
la bellezza
e non lascia respiro.
In apnea
ritrovo il tuo viso
che mi fa dono di un sorriso.”
(Antonio Belsito)
“E mi perdo senza un perché
perché non c’è motivazione
in una bufera di percezione
in un uragano di sensazione
e non c’è ragione
e non c’è tempo
ché non aspetta il sentimento
ché affiora e sconquassa
pur che sia un momento
tanto è forte e lento
e non c’è cielo
e non c’è nuvola
in quest’infinito
e non c’è spiegazione
perché tutto accade
senza convenzione
ed è emozione.
Senza sottrazione.”
(Antonio Belsito)
“Lasciami
– senza domandarti –
nella consapevolezza del tuo desio.
Stringimi
– almeno col pensiero –
nell’eternità del tuo cuore.
Coccolami
– silente –
nella reciproca coscienza
di esserci
senza dircelo.
Immaginami
e sentirò il tuo abbraccio.
Io ti amo.”
(Antonio Belsito)
“Non dirmi
che diventa difficile
anche riflettere
perché l’amore non ha età.
È la verità.
Se solo
poi
ti guardi intorno
vedrai
il bisogno che c’è d’amore
e capirai.
Che non si può prescindere
dall’umanità di esserci
perché non ha più senso
uccidersi.
Allora
abbracciami
perché è più facile
che è un senso utile
e non fa male come l’inutile.
In questa storia di guerre avide
ove il confine è labile
ove non basta riempirsi di sostantivi
o aggettivi
perché il bene e il male
sono solo parole
da tralasciare
se solo si vuole davvero ricominciare
a camminare
sulla stessa strada
per ritrovarsi UOMINI.”
(Antonio Belsito)
“Lasciami quel senso di ignoto
nella furia di un tempo
ormai passato.
Lasciami rovistare ogni angolo,
lasciami sbirciare ogni secondo,
lasciami trascinare
perché voglio sentire l’in-successo
intenso come fosse successo
perché non si placa
e non si smorza
e non si perde
quel senso di affanno
di esserci
e non esserci stato.”
(Antonio Belsito)
Delirio di onnipotenza n. 1
“Siamo tutti e nessuno
a rincorrere gloria
come fosse pane,
a spalmare formaggino
e, poi, bere un brodino.
Siamo tutti e nessuno
a inventare pregiudizi,
a confezionare giudizi,
a carezzare letame.
Siamo tutti e nessuno
a ergerci come migliori,
a qualificarci Super-iori,
ad attendere l’arancione
della lanterna semaforica
per sprintare come fosse verde.
Siamo tutti e nessuno
a mistificare il reale,
ad alterare identità,
ad amplificare con viltà.
Siamo tutti e nessuno
a descrivere un calvario
col distacco pungente
di chi mente.
Siamo tutti e nessuno
a descrivere le stelle
con la vicinanza saccente
di un essere subdolo e latente.
Siamo tutti e nessuno
adagiati sul cesso
a lottare contro stitichezza
o a sorridere alla fluidità.”
(Antonio Belsito)
“Che senso ha
questo rincorrerci
per (poi) fermarci a metà
ché la vita non è
una caramella proibita
o avvelenata
ma è (semplicemente)
una notte stellata.
E, allora,
che senso ha
questo affanno
come se tutto
fosse ciò che gli altri
riconoscono
e come se niente
fosse il cuore
che non mente.
Che senso ha
non assecondarci
nella nostra verità
per lasciarci cadere
nel vuoto
della pienezza che sarà.
Che senso ha
aver paura
di ogni passo che si fa
di ogni cosa che non si ha
perché tanto
il bene e il male
sono come una ninna nanna
che ci culla
un po’ di qua
e un po’ di là.
Che senso ha?”
(Antonio Belsito)
“Gocce
a una a una
così canta il tempo
e batte il ritmo
cadenzato
di ciò che siamo
uno alla volta
senza sfuggire
pur nascondendoci
alla fugacità
perché siamo
una sola corsa.
Gocce.”
(Antonio Belsito)
“Lì
dove tutto
sembra
qui
e
le case annaspano
e le finestre saltano
e le porte mancano.
Lì
tra cani scheletrici
e giocattoli fai da te
e pozzanghere come specchio.
Un po’ qui
e un po’ lì
nella mareggiata
della vita
tra scogli di marmo
a remare contromano
su una zattera senza ruote
e di sogni burberi
e di incubi incombenti
un po’ qui
e un po’ lì
di cieli grigiazzurri
di stelle sfuggenti
di punti, virgole, punto e virgola
e puntini sospensivi
e di rime
incrociate, baciate, alternate
e di metrica disperata
e di gusti e sapori
di fragranze epidermiche
e di pioggia al rovescio
in assenza di gravità
e di lacrime in sospeso
un po’ qui
e un po’ lì.
Così.”
(Antonio Belsito)
“Vita
e ancora altra vita.
Vita di giorni che si susseguono
di emozioni che si inseguono
di parole che si amano.
Vita di gente vicina
e di gente lontana.
Vita di confidenze,
vita di essenze.
Vita di Vite,
generose,
preziose,
volenterose.
Vita di Vite,
ansiose,
pensierose,
meticolose.
Vita
e ancora altra vita,
scandita,
ammaliata,
sensata.
Semplicemente amata:
Vita.”
(Antonio Belsito)
“Ed eccomi qua.
Qui.
Forse là.
Accoccolato
nel ventre dolce
e pure aspro
della vita
rincorso dal tempo
t e m p o
come rintocchi di campane
a naufragare nel cielo
non sempre azzurro
dell’esistenza
amorosamente cullato
dallo strenuo ritmo
di esserci
soloeavolteincompagnia
come in un mare mosso
commosso
da ogni sussulto
tintinnio
ribelle
a volte assopito
di immagini
dolci
a occhi chiusi
stretti
per soffocare la vista
nella luce della immaginazione.
Uauuuuu.”
(Antonio Belsito)
“Scarabocchia
su di me
ogni tua impressione
ché la pelle
non ha valore
senza segni
graffi
del tuo amore
e sappi non fermarti
mentre fugge il cuore
donami
anche gli ultimi secondi
frazioni di secondi
atomi del tuo sguardo
così che resti
in quell’andare
il tuo arrivederci.
Forse, domani.”
(Antonio Belsito)
“Mi sento solo
e non lo dico
perché la debolezza
è un po’ vergogna
in questo status
in cui ci si accartoccia
perché tutto è jet set
conto in banca
e far west
e mi sento solo
già al mattino
col mio caffè
e alla sera stringo
il mio cuscino
perché almeno c’è
e me ne fotto
del se
del ma
se ma tu
perché è più facile
infierire che amare
quando tutto vacilla
tra l’insensibilità e il mare
perché tutto è così
e deve andare “colà”
senza soffermarsi
per poter dire
sì o no
e non c’è più spazio
per la libertà
di una fottuta identità.”
(Antonio Belsito)
“Ed è solo l’assaggio di un respiro
e rincorrersi mano nella mano
e perdersi nel tempo senza spazio
e ritrovarsi nello spazio senza tempo
e immergersi in apnea
e poi risorgere
ed è cullarsi oltre ogni orizzonte
e donarsi coriandoli d’entusiasmo
riempirsi di petali
senza null’altro
e sentire quant’è bello aderire
– tepore sulla pelle –
come la luce del sole al mattino
– sogno –
come la luna alla sera.
Tenersi stretti negli occhi
mentre ci si abbraccia con le labbra
e ci si dice con le mani
a innestarsi nel petto.”
(Antonio Belsito)
“Scrivo dannatamente
mentre giro e rigiro
nella mia testa
– esistenze –
e strizzo la mia anima
come la peste.
Sono un giullare di cuore
e corro con la penna
su un foglio bianco
– caxxo –
fors’anche inutile
ma scrivo
lettera dopo lettera
perché mi emoziona
questa maledizione
di VITA.
C h i N o il capo
che puzza d’inchiostro
e solitudine.”
(Antonio Belsito)
“Ricorda il primo cielo di stelle
a rincorrer quelle cadenti
a disegnare col dito un cuore
e senti gli abbracci stretti
in ogni dove
e ritrova in te quel bisogno d’amore
quella voglia di regalare un sorriso
quella necessità di essere sorpresa
– sia pure una rosa –
e non dimenticare
che – insieme – avete imparato il coraggio
di guardarvi negli occhi
e darvi un bacio.”
(Antonio Belsito)
“E ogni anno ti ripeto filastrocche
ché il tempo non dona scampo
e l’esistenza è in un lampo
e allora incolliamoci l’istante
così anche il cuore ci sente
ché, in fondo, siamo qui
a coesistere, resistere,
stare pure negli occhi.
E lo senti il temporale,
e lo vedi questo mare,
e lo senti questo sale
che, poi, arriva pure il sole.
Questo arcobaleno è a metà
né un po’ più in qua
né un po’ più in là.
E la pelle si accappona.
Terra piatta, tonda, sferica o ovale
nera o bianca
povera o ricca
in pace o in guerra.
E non c’è voce per raccontare
ciò che si può provare.
Fiocchi di neve o raggi di sole.
Àncora o Ancóra.
Un altro anno. Già.”
(Antonio Belsito)
“Le carni straziate
da un tempo
senza cuore
di guerre
di terrore
negli occhi spalancati
dal dolore.
Le mani
che tremano
alla luce del sole
senza trovar umano tepore.
Brandelli di tessuto
e uno sporco visino:
Lo vedete?
Lo vedete?
Lo vedete?
È solo un bambino.
Un bambino solo.
Lasciate
che almeno in sogno
conosca l’amore.”
(Antonio Belsito)
“Siamo tutti sotto lo stesso cielo,
sotto una miriade di stelle.
Vaghiamo
tra il sole e la luna,
a volte felici,
altre tristi.
Eppure ci siamo.
Siamo avvolti
dallo stesso ‘lenzuolo’ di terra
e sentiamo gli stessi odori.
Abbiamo gli stessi occhi
e le stesse mani.
Abbiamo le stesse orecchie
e le stesse bocche.
Abbiamo gambe e piedi.
Abbiamo parole e silenzi.
Abbiamo sospiri e sogni.
Abbiamo ciò che siamo.
Amiamo. “
(Antonio Belsito)
“Ed è bello
che sia un tempo
d’esistenza:
a scoprir le stelle
ad abbracciare il sole
e lasciarsi carezzare
pure dalla pioggia.
È.”
(Antonio Belsito)
“Tu seduta su un divano
e io che ti sfioro la mano
mentre fuori esplode un temporale
e non c’è rimedio a questo male
di sentirsi tristi
in giornate fredde come i sassi
e noi ci avvolgiamo
e noi ci proteggiamo
e noi non ci sfuggiamo
perché siamo il sole sulla pelle
siamo la rugiada sulle labbra
siamo il tremolio delle mani
siamo scintillio negli occhi
siamo fremito di palpiti
in momenti
attimi
di noi
perché non c’è pioggia
che possa placare
la voglia, comunque, d’amare.”
(Antonio Belsito)
“Annaspo
tra i tuoi seni virtuosi
mentre il tuo sguardo si accorge
-mi coglie e mi accoglie-
che s’apre un paradiso
e sospirano le tue autoreggenti
che timida scopri
contraendo lentamente
il tuo bacino
così dolcemente sale la tua gonna
a donar bellezza eterna
sotto un tavolo discreto
che diventa rifugio
di desio ambito
mentre i tuoi tacchi
dettano un ritmo
e i tuoi polpacci
eseguono melodia.
Sei musica.
Soavemente.”
(Antonio Belsito)
“E ti accompagnerò ai tuoi compleanni
e ti regalerò torte di panna
perché la dolcezza non finisca
perché tutta insista
perché tutto esista
e ti dirò dei nostri anni
senza nasconderti gli affanni
attraverso una canzone alla radio
a incrociare l’indice e il medio
tra lo scherzo e il serio
a rincorrere
a esser sospinti
da passione
in un tumulto di sensazione
in un’avidità di percezione
e ti condurrò fino alla luna
e mi racconterai del sole
e ci diremo delle nuvole
sotto un temporale
a bagnarci davvero
in un abbraccio
che non fa male.”
(Antonio Belsito)
“È primavera.
La natura radiosa
si apre al mondo intero.
Sgorgano i colori dai tanti fiori,
raggi solari e buoni umori.
Le verdeggianti e intense chiome
scolpiscono nel chiaro di un laghetto
il loro ritratto gioioso e perfetto.
La cavalletta,
morbida e leggiadra,
si diletta.
L’arcobaleno pittore
del sogno è propinatore.
La rosa si schiude:
al nascituro inneggia.
Arde il crepuscolo:
di feconda intensità
si ricopre.
Gioiscono le stelle
e al calor di madre luna
son le più belle.
Dinamica vitalità
di umana natura.”
(Antonio Belsito)
“Voglio dirti
che il tempo
non basta mai
che è meraviglioso vivere,
vivere,
e ancora vivere
senza dimenticare il fanciullino
che ci accompagna sin da piccoli
perché non c’è un tempo
per diventare grandi
ma c’è sempre un tempo
per esserci veramente
pure a denti digrignati
pure a pugni stretti
perché non è quanto siamo adulti
a misurare ciò che siamo
ma quanto amore dispensiamo
nonostante tutto
– genuinamente
e autenticamente –
perché non è vero
che si hanno le spalle larghe
bensì è vero
che si ha
– comunque
e sempre –
bisogno di emozionarsi
ancora.”
(Antonio Belsito)
“REPUBBLICA
in un abbraccio
di PATRIA
I T A L I A
e di morti
– tanti –
a conquistare
la LIBERTÀ
di essere CITTADINI
– PERSONE –
con DIGNITÀ
di Arti e di Scienze
di Emigranti
per un pezzo di pane
lasciando il cuore
battere
nelle case natie
I T A L I A N I
per non dimenticare
– giammai –
che il tempo passa
e l’ORGOGLIO
di una P A T R I A
– che sia diritto
e che sia dovere –
è ESSERE
D A V V E R O
CITTADINI
E NON CHIMERE.
È ORA!”
(Antonio Belsito)
“Si affoga
in un mare
che sia stagno
in un lago
che sia fiume
pur di attraversare
la disperazione
di una vita maltrattata
di un’esistenza violata
di una Umanità vomitata.
Si affoga
guardandosi negli occhi
stringendosi in un abbraccio
dicendosi le ultime parole
di coraggio.”
(Antonio Belsito)
“Attraverso il cuore
senza petto
il coraggio
senza fegato
lo sguardo
senza occhi
e mi soffermo
e ricordo
la scia delle spighe di grano
il sudore nei solchi dell’orto
le parole posate sotto il castagno
le tarantelle improvvisate
sotto la chioma di ghiande
raccolte come perle dorate
da cibarne i porci
e partenze improvvise
verso miniere senza tempo
senza luce
a volte
pure senza ossigeno.
E rinviene
quel berretto di dignità
adagiato su una testa arsa
dalla fatica
alleviata da un pentolino
su un fuoco da campeggio
accampati
in terra d’altri
pur di inviare Amore
a Casa
Casa
come miraggio
a rimirar in lacrime
d’altri tempi
ciò che siamo stati.
SENZA DIMENTICARE.”
(Antonio Belsito)
“Non ho lezioni da farti
o ordini da impartirti
non ho manette per legarti
o corde per tenerti a bada
non ho segugi da aizzarti contro
o spie per accecare la tua libertà
non ho pregiudizi beffardi
e non ho giudizi a sfinimento
ma ho Te
e ho la forza
di insegnarti il coraggio
con le mie paure.”
(Antonio Belsito)
“Quello che voglio dirti
e che non basta la bellezza
quella fatta solo di carne
quella pregna solo di luccichio
quella di cartapesta
che la vedi già a un chilometro
che barcolla.
Ché di questa bellezza
non rimane neanche uno strascico
di profumo
neanche un ritaglio di emozione
neanche un ricordo appassito.
Questa bellezza si aggroviglia solo
e diventa rovo
e si accartoccia su se stessa.
E non resta niente.
Nulla.”
(Antonio Belsito)
“Mi fermo
su marciapiedi
che sanno di strada
e rincorro il colore delle macchine
sfreccianti
al suono di clacson
e voci di marmitte
e assordanti semafori
dettano
il rombo del motore
e mi batte il cuore
come tacco che sbatte su gradini
e sudo di luci riflesse
di sole grondante
e ritrovo passeri storditi
d’un volo lento
come un sogno
che sembra afferrarsi
per poi svanire
e d’un colpo
un arcobaleno
cangiante
come luci alternate
di un Natale stremato
di una festa d’un tempo
che non può esserci altro tempo
e un affanno
come pugno nello stomaco
nonostante la voglia
di continuare
a camminare
magari vicino a quella mano
tra le tante
che mi possa colmare.
Non chiedo tempo.
Ma chiedo scusa.”
(Antonio Belsito)
“Non sono un letterato.
Vivo.
Vivo i colori.
Vivo i profumi.
Vivo il prossimo.
Non sono un letterato.
Scrivo.
Scrivo emozioni
che si aggrovigliano
e diventano VITA.
Non sono un letterato.
Cerco solo
di abbracciare
con tutto me stesso
questa esistenza
nonostante tutto.
Perché un senso
deve pur esserci.
Vivo.
Ora lo sapete.
Quando mi incontrate,
vi prego,
non mi interrogate
perché non sono un letterato.
Scrivo e Vivo.
Vivo e scrivo.
Semplicemente.
Cerco solo di essere un UOMO.”
(Antonio Belsito)
“Non si può spiegare
come fa una formica
ad alzare pesi
e non si può spiegare
come fa un arcobaleno
a solcare mari
e non si può spiegare
come una foglia
possa emozionare
e non si può spiegare
come la paura
non faccia paura
e come l’amore
faccia all’amore.
Non si può spiegare
che l’inspiegabile
possa accadere.”
(Antonio Belsito)
“Siamo il sole
che tramonta sul mare
siamo la luna
che si leva
in cielo
siamo le nuvole
e siamo il sereno
siamo il sogno
tra le foglie d’autunno.”
(Antonio Belsito)
“Scrivo
a cuore contratto
inseguendo il volo di un passero
tra la puzza dell’asfalto rammollito
dal sole cocente
ed è neve
e ginocchia che battono
su pietre appuntito
ed è il rosso di un respiro
di dolore
a impregnare di colore
fogli su una scrivania desolata
che sa di sorrisi di carta.
Ed è profumo di Vita.
Grazie.”
(Antonio Belsito)
“Ed è una marea
che balla
e porta via la luna
è una marea
che balla
e porta pure il sole
ed è una marea che balla
e sono ancora stelle
è una marea…”
(Antonio Belsito)
“La mia carta di identità
canta un inno stonato
recita la storia di un’anagrafe
in un combinato di numeri e lettere
a ricordare che sono nato.
La mia carta di identità
è la solitudine di uno status
l’apparenza di uno Stato
la formale presenza
di un’assenza.
La mia carta di identità
è già ciò che è stato
di un bambino
e di un adulto fottuto.”
(Antonio Belsito)
“Giorni buoni
giorni senza dolore
giorni di albe
e di tramonti
che dipingono il cuore
giorni di ore
giorni di impetuoso colore
giorni che non devono
chiedere permesso
giorni che arrivano
ed è tutto diverso.”
(Antonio Belsito)
“Imbrattiamoci
di cielo
e sorseggiamo
un po’ di sole
che poi ci sono
anche le stelle
per il dolce magone
e sotto ogni lampione
e sotto ogni ombrello
ricordiamoci di noi
ché pure la pioggia
fa il bello.”
(Antonio Belsito)
“Ti amo
e ti respiro
in ogni sorso
di vita.”
(Antonio Belsito)
“Ed era il tramonto.
Una lieve brezza carezzava
e il cielo si stagliava
in una sfumatura
di colori
dall’arancio al blu.
L’affanno non si placava
e il sudore segnava il cammino.
D’un tratto, un albero maestoso
mi venne incontro
come a volermi incoraggiare.
Mi riverì, sì,
e io lo abbracciai.
Forte.”
(Antonio Belsito)
“Ma cosa caxxo vuoi che ci diciamo
ma cosa caxxo lamentiamo
ché la fortuna a noi
ci sta dando ancora una mano
ché la vita ancora la sentiamo
ché il tempo lo incrociamo
ché un passo lo facciamo
e lo so che ci manchiamo
ma so pure che ci siamo
e non siamo solo effetti
ma siamo pure affetti
sotto questi tetti
siamo tutti uguali
tali e quali
e sembra non ci siano squali
ché siamo tutti in mezzo al mare
a remare, sì,
per imparare, ancor più, ad amare.”
(Antonio Belsito)
“Lasciami
in quel bacio
oltre ogni paura.”
(Antonio Belsito)
“Ninna nanna
dell’amore
è un bambino
con in mano un fiore
che vuol essere come il cielo
per inondare d’azzurro
il cuore vero
e si sente pure un po’ mare
per poter profondamente cullare
e si sente anche vento
così da asciugare le lacrime del momento
e diventa un albero immenso
per difenderne
con ogni ramo e ogni foglia
il senso.
Ninna nanna
dell’amore
è un bambino
con in mano un fiore.”
(Antonio Belsito)
“È un valzer di ipocrisia
dammi una mano che poi
– chissà –
ti dono la mia
così ti dico
parole portate dal vento
affinché tu
poi
– e solo poi –
capisca che io non sento
così è tutto giustificato
non si guarda in bocca
a caval donato
e amarezza
non puoi recriminare
perché c’è stata una reciproca
carezza
e
– allora –
taci
che sei nell’Eden luccicante
di un vizioso birbante
e cerca di convincerti
che tu sei sbagliato
perché tanto
in questo mondo
è già tutto consumato.
Quindi
– anche tu –
fatti prendere
per il culo
che la vita passa
ed è meglio ragliare
come un mulo.”
(Antonio Belsito)
“Non fidarti
di chi ti acclama
per avere
poi.
Non fidarti
di chi ti sta vicino
per cercare di predarti.
Non fidarti
di chi accarezza
la tua dignità
per tentare di privartene.
Non fidarti
di chi plaude
al tuo essere caritatevole
per poi accanirsi.
Non fidarti
di chi vuol cogliere
la tua debolezza
per riempire
la propria arroganza.
Non fidarti
di chi ti fa sorridere
solo per averti.
Non fidarti
di chi ti ricorda
(pure sorridendo)
che sa e ha di te.”
(Antonio Belsito)
“Invecchieremo assieme.
E sarà mano nella mano.
Dal primo bacio
primo
all’ultimo giorno
di rughe
con gli occhi di sempre
senza paura di mai.”
(Antonio Belsito)
“Ti voglio davvero.
Ma ti voglio voglio.
Ti cerco in ogni filo di capello
che scorre tra le mie mani
mentre tu mi fai sentire
battere
il tuo cuore.”
(Antonio Belsito)
“Riconosco il tuo passo
lo scroscio delle tue chiavi
il sussurrio delle tue labbra
l’attesa mentre apri la porta
e i tuoi occhi mentre la chiudi.
Tu.”
(Antonio Belsito)
“Profuma il tuo corpo
di primavera gentile
e i tuoi occhi sono
cristallini
come il mare
in un giorno d’estate
e la tua bocca
racconta
parole candide
come la neve
in una sera d’inverno
e sei arcobaleno
in una giornata uggiosa
d’autunno.”
(Antonio Belsito)
“E i tuoi occhi
si vestono di luna
e mi cullano
di quiete.”
(Antonio Belsito)
“E io resto
sotto un lampione
a rimirare
le tue labbra
che colorano
l’ombra.
Ed è luce.”
(Antonio Belsito)
“Stiamo così
stretti
tra il respiro delle stelle
e il sospiro del mare.”
(Antonio Belsito)
“La tua penombra
è uno schianto
di luna.”
(Antonio Belsito)
“Sei
uno specchio
d’acqua dolce.
Ed è del cuor
quieto fragor.”
(Antonio Belsito)
“E sento
la tua vita
nella mia
che deflagra
nell’aorta
a donarci
esistenza.”
(Antonio Belsito)
“Mettiti al riparo.
Abbraccia i tuoi sogni
dipingi i tuoi giorni
accogliti
perché sei già bene.
Rispettati.”
(Antonio Belsito)
“Insegnano
che devi barare
che devi essere scaltro
camaleontico
subdolo
insegnano
che devi arrivare prima
e pure primo
che la tua parola
deve valere di più
e insegnano a gridare
perché devi avere ragione
insegnano
che se non ti adegui
perisci
che se non ti adatti
impazzisci
che se non ti imbratti
non vivi
insegnano
a screditare
ad accusare
a tradire
larvatamente
perché tanto
va così il mondo
e non è una cacca
in più o in meno
a fare fogna
insegnano
che devi sporcarti
che immacolato
è solo in cielo
che tanto tutto
è così
e va così
e insegnano pure
che non esiste
amore
che è tutta una farsa
che se non scopi più che puoi
non sei figo/figa
che se non ti droghi
ogni tanto
sei sfigato
che se passa un gatto nero
prima di te…
Vaffanculo.”
(Antonio Belsito)
“Mi affaccio.
E ti guardo.
Mi sporgo.
E ti ammiro.
Sei già su.
E ti bacio.
E non ci si ferma più.”
(Antonio Belsito)
“Scelgo la semplicità,
scelgo l’umiltà,
scelgo l’umanità
che non soccombe
all’arroganza,
alla prepotenza,
alla saccenteria,
alla cordialità di facciata,
alla premura funzionale,
alla presenza volubile.
Scelgo di far finta di non capire
questa moltitudine di cartapesta.
Scelgo.”
(Antonio Belsito)
“Ti donerò le ali
perché tu sei
il mio angelo
e farò di te
il mio ritmo atriale.”
(Antonio Belsito)
“E cade una foglia
colorata di cielo
di sprazzi autunnali
vestita
e vola un aquilone
colorato di terra
di forza sospinto
e di respiro.”
(Antonio Belsito)
“Siamo il porcile
di menti codarde
di predicatori subdoli
di vile arroganza
siamo il porcile
di affaristi
di quelli che fottono
ma fottono
sempre il prossimo
(perché il prossimo chi cazzo è?)
siamo il porcile
dei più
di quelli che fingono
di farsi la guerra
reciproca
dell’etica e del moralismo
(beffardi)
siamo il porcile
di quelli che gridano all’inganno
bravi ululatori
di scuse meschine
siamo il porcile
di quelli che si arrogano
presunzioni di innocenze
senza aver mai conosciuto
l’innocenza
di quelli che si sentono
sempre perseguitati
eppure hanno perseguitato
di quelli che asseriscono
di non aver mai
combinato nulla
e hanno gli armadi pieni
di tutto
(quello che hanno combinato!)
siamo il porcile
di coloro che non si vergognano
dell’evidenza
di coloro che indossano
facce camaleontiche
all’occorrenza
di coloro che fanno male
a chi non conosce il male
siamo il porcile
della disperazione indotta
della sofferenza edotta
perché nessuno di questi
ha
veramente e lealmente
capacità
competenze
e umanità
per una rivolta di dignità.
Siamo il porcile.”
(Antonio Belsito)
“Stai qui. Con me.
Che imperversi la pioggia.
Che invada la grandine.
Che rabbui la luna.
O che sia sole.
Stai qui.
Con me.”
(Antonio Belsito)
“Abbi cura
di guardarmi negli occhi
e di vedere il tuo cuore
abbi cura
di stringermi forte
e di abbracciarti
abbi cura
di essere il mio coraggio
e di sentire la tua forza
abbi cura di non mollare
e io mi aggrapperò a te
abbi cura di me
e avrò cura di te
in questo mondo
incurante.”
(Antonio Belsito)
“Sei il mio respiro migliore
sei i miei occhi
e il mio cuore
sei l’angelo
e sei il mio sole
Amore.”
(Antonio Belsito)
“Scorre
l’ebbrezza
lungo forme sinuose
di fremito profondo
di turgidità intensa
di soavità schiusa
ad accoglier desio
fecondo
d’imponenza impetuosa.
Affondi ansimanti di vite.
A cercarsi. Silenti.”
(Antonio Belsito)
“Di virtù tornite
d’armonie soavi
di colori densi
di sorrisi complici
di mani avide
di corpi semplici.”
(Antonio Belsito)
“Mi fermo a un passo dal cielo
e ti racconto il mare
perché è bello stare sospesi
tra i colori sovrapposti
non capire se è cielo o mare
ma capire che si sta bene comunque
e non sono le nuvole a frenare l’attimo
che ci stringiamo la mano
ed è brezza immediata
e non c’è ragione in ciò
e non c’è spiegazione
e non c’è da chiedersi
c’è da stare così
tra cielo e mare.”
(Antonio Belsito)
“Planare
come una foglia
che cade
come il sereno
sul mare
come la luna
sa fare.”
(Antonio Belsito)
“Resta
il mare dentro
il cielo resta
un tuffo
nel bene
più bene che ci sia
resta
e resta
avvinghiato
incollato
grato.
L’universo resta
la più bella ingenuità
di sentirsi
stringendone
il bene tutto.
Tutto resta.”
(Antonio Belsito)
“Denudami.
Spogliami.
Scoprimi.
Vivimi.
Credi.
Vedi.
Me.
Te.”
(Antonio Belsito)
“E sono brividi
lungo la tua dolcezza tornita
e sono sorrisi
turgidi
di vita
ed è allegria
di prosperosa sintonia
di focosa magia
di sospiri
e così via…”
(Antonio Belsito)
“Mi divido
tra me e il mare
tra la terra e il cielo
tra il cuore e lo sterno.”
(Antonio Belsito)
“Penso
che faremo sempre
l’amore
ogniqualvolta
ogni volta
come quando
il sole si schianta
sul mare
ed è vita.”
(Antonio Belsito)
“Lasciami
note di vaniglia
tra gocce di miele
che sanno
di Te.”
(Antonio Belsito)
“Come nettare
tra petali vellutati
a rinvigorire
pure il cielo.
A resuscitar le stelle.”
(Antonio Belsito)
“Non dirmi
che non si può vivere
che bisogna desistere
che è meglio mollare.
Voglio essere uragano
vento che infiamma
mare che trasuda
sole
luna feconda
di stelle
pioggia di sorrisi.
Voglio essere.”
(Antonio Belsito)
“Mi piaci
perché sei garbata
perché sai di me
perché non c’è un non c’è
c’è che ci sei sempre
davvero
e la tua dolcezza
è la mia speranza
c’è che sei carezza
pure sulle ferite più ferite
pure sulle lacrime più lacrime
e mi fai volare oltre
ogni bruttura.
E io
mi fermo
con Te.”
(Antonio Belsito)
“E non è troppo
neanche il mare
con te
che hai gli occhi pieni di cielo
e starei ore
sotto le stelle
pur di vederti brillare.
E lasciati splendere
e lasciami ammirare.”
(Antonio Belsito)
“Armoniosa
come colori d’estate
piena
come la luna più tornita
furibonda di desio
come il mare impetuoso
di gioia
a schiudersi
di grazia grondante.
Ancora vita.”
(Antonio Belsito)
“Intravedersi.
Sussurrandosi.
Rincorrendosi con gli occhi.
Afferrandosi col cuore.”
(Antonio Belsito)
“E tutto appare
e scompare
senza che ci accorgiamo
e resta la vita
rincorsa o attesa o afferrata
e resta l’esistenza
respirata o rigurgitata
e resta.”
(Antonio Belsito)
“Immaginarti
senza che tu sappia
desiderarti
mentre tu immagini
pensarci
senza dircelo.
Nell’attimo.”
(Antonio Belsito)
“Se la guerra si potesse fermare
un solo istante
giusto il tempo di togliersi gli elmetti
di fermare i carri armati
di far atterrare i cacciabombardieri
di cessare i colpi di mitra e di mortaio
di richiamare portaerei, navi da guerra e sottomarini.
Se la guerra si potesse fermare
un solo istante
giusto il tempo di asciugarsi il sudore
impastato con la polvere da sparo
e il fango rinsecchito del misero potere
imbrattati dallo stesso sangue
senza che sia un dovere.
Se la guerra si potesse fermare
un solo istante
per ridar respiro ai corpi martoriati
ancora a terra
per sentire
ancora una volta
i passi di quel bambino
l’abbraccio di quella mamma
il fruscio degli alberi
e la carezza del sole.
Se la guerra si potesse fermare
un solo istante
per riconoscersi popolo
per capire che è la stessa gente
per continuare a vivere
perché la guerra
non porta a niente.”
(Antonio Belsito)
“Quantunque ti abbia amato
e ancora amore troverò
il cardo
dal sole cullato
il cielo azzurro
muto
e il tuo sorriso
taciuto.”
(Antonio Belsito)
“Non sai nulla
eppure vorrei portarti al mare
stare con te
seduto su una panchina
o semplicemente passeggiare
e mentre mi racconti
i tuoi pensieri
ti vorrei baciare.“
(Antonio Belsito)
“Donna
sussurrio di cielo
dolcezza della luce
respiro della pace
Donna
rifugio del dolore
orgoglio senza indugio
del coraggio.
Donna.”
(Antonio Belsito)