Non è la prima “carica”. E non sarà l’ultima. Si “carica” in nome dell’ordine pubblico, del bene comune, di un interesse pubblico superiore e prevalente. Opportunamente. Ragionevolmente. Ma quando le immagini restituiscono “cariche” contro adolescenti inermi, persone immobili, gente che non sta violando, certamente, l’ordine pubblico, bisogna soffermarsi e pure fermarsi. Forse, bisognerebbe deporre i caschi, i manganelli, i paracolpi, senza assecondare la foga dell’azione. Proprio perché quella divisa significa onorare la Patria, la Nazione, la Repubblica, bisognerebbe sempre stare dalla parte della Costituzione, delle Libertà garantite, della Democrazia che è Diritto di parola e Dovere di rendere dignitosa tale parola. Allora, diventa triste (pure tragico e diseducativo) colpire – indiscriminatamente – giovani che sventolano la bandiera della pace, dei diritti, senza offendere nessuno. Diventa aberrante colpire gente che compartecipa a una serena manifestazione di solidarietà. Diventa agghiacciante vedere sangue sui volti innocenti della Costituzione Italiana. Tant’è che il Presidente della Repubblica ha qualificato “fallimentare” l’azione repressiva in danno proprio di innocenti che cantano, gridano, declamano la Costituzione della Repubblica Italiana.
E se non fosse intervenuto il Presidente della Repubblica? Silenzio.
Altro che Patria.
P.S. Ora, sarebbe GIUSTO metterci la faccia. Con coscienza. Guardando negli occhi pure i propri figli. Perché si può anche sbagliare/fallire ma saper chiedere scusa restituisce un sospiro di sollievo ai tanti appartenenti alle Forze dell’Ordine che, quotidianamente, stanno dalla parte di quegli adolescenti, di quella gente, di quel popolo.
È educativo! Perché gli eroi esistono ancora.