Presunzione o assunzione di innocenza? di Antonio Belsito

A prescindere dal colore politico o dall’ambito partitico, ogni rappresentante delle Istituzioni Democratiche dovrebbe, secundum ius, essere probo, onesto, con un accento di serietà e dignità, anche schietto e super partes (imparziale). Essere un rappresentate del Popolo Sovrano dovrebbe divenire valore, dunque, per produrre altrettanto valore che consiste nella cura premurosa e diligente dell’interesse pubblico, nonché di ogni Cittadino della Repubblica senza distinzione alcuna. Proprio “senza distinzione alcuna” significa (anche) che ogni Cittadino è uguale dinnanzi alla legge (di cui è destinatario). Pertanto, condotte di apparente rilevanza penale (molestie, violenza sessuale, reati di natura finanziaria etc.) riferibili ai suddetti rappresentanti delle Istituzioni Democratiche o ai familiari – pur nella fase indiziaria – dovrebbero indurre gli stessi al silenzio rigoroso e rispettoso dell’operato degli organi preposti agli accertamenti conseguenti. Il diritto è rigore, serietà, rigidità perché deve garantire una pacificazione uguale per tutti a discapito di dissidi e dissidenti. Dunque, stante la natura pubblica della carica rivestita dai suddetti, bisognerebbe rendere l’esempio del buon cittadino destinatario di diritti e, altrettanti, doveri (nonché tutele nelle sedi competenti). Anche ciò è uguaglianza e pari dignità. Accade, però, che il dovere di rimettersi agli organi competenti diventa diritto di ribadire – aprioristicamente e a più riprese fuori dalla sedi appropriate – la presunzione di innocenza o non colpevolezza, quasi a voler “scarnificare” il fatto accaduto (in virtù della pubblica carica rivestita). Eppure, la presunzione di innocenza o non colpevolezza è granitico postulato costituzionale che non ha bisogno di essere rimarcato; anzi, proprio il fatto addebitato – a un rappresentate delle Istituzioni Democratiche o ai familiari – dovrebbe indurre gli stessi a fare ammenda, in attesa che gli organi preposti dissipino ogni dubbio in merito alla pretesa innocenza.
Allora, bisogna tornare a quella probità dei Padri Costituenti: optare, in dignitoso silenzio, per la fedeltà alla Repubblica quale trasparenze delle condotte secondo legge.

La Costituzione Italiana innanzitutto.

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