25 Aprile, ancora una volta – di Antonio Belsito

Ancora una volta, 25 Aprile. Ciò che ricorre, dovrebbe insegnare. Ricorrenza è memoria, è ricordare, è imparare. Non è dimenticare.
Voglio dedicare questo 25 Aprile a tutti coloro che – ancora – sono senza lavoro o che, pur avendo un lavoro, soffrono – ancora – i luoghi di lavoro. Voglio dedicare questo 25 Aprile a tutte quelle persone che hanno sensibilità e si trovano – ancora – a dover affrontare altri simili che non capiscono – ancora – di essere uguali; simili che godono a provocare – ancora – sofferenza ingiusta (sia il vicino di casa, il collega di lavoro, il familiare di turno, lo sconosciuto sulla metropolitana o l’onorevole, il professore, il dottore etc…).
Voglio dedicare questo 25 Aprile a chi combatte – ancora – per la GIUSTEZZA, per la speranza di un modo migliore, per l’avvenire di ognuno di noi; oggi – ancora – pochi. Nicola Gratteri è tra questi pochi, nonostante le avversità che – ancora – un “sistema” balordo congegna “ad arte” contro la Sua persona.
Voglio dedicare questo 25 Aprile anche a coloro che – parte di questo “sistema balordo” – trovano il coraggio – ancora – di guardare negli occhi i figli e di redimersi davvero perché la “sporcizia” che hanno prodotto è il veleno più letale anche per i figli e i figli dei loro figli.
Voglio dedicare questo 25 Aprile a tutte le persone che – ancora – soffrono le barriere architettoniche, a tutte quelle persone che combattono ogni giorno per avere una vita “normale”, nonostante la salute sia cagionevole.
Voglio dedicare questo 25 Aprile a tutti gli animali che – ancora – vengono ammazzati per gioco o seviziati o abbandonati come nulla fossero.
Voglio dedicare questo 25 Aprile a tutti coloro che – ancora – pensano all’arte come una “perdita di tempo” o che – ancora – pensano che l’arte vada oscurata o che – ancora – debba essere censurata.
Voglio dedicare questo 25 Aprile a tutte le forme d’arte e agli artisti che hanno portato e – ancora – portano un briciolo di luce, di colore, di cielo, nelle stanze di ognuno, costretti nelle mura da un “maledetto” COVID-19.
Voglio dedicare questo 25 Aprile a tutti i morti, a tutti i degenti, a tutti coloro che – ancora – ricordano di non aver respirato o non riescono a respirare.
Voglio dedicare questo 25 Aprile a chi ha pensato di toglierci l’ossigeno…MA NOI RESISTIAMO ANCORA!

(Copyright2021)

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