Muore Gino Strada. Ma vive il Suo Cuore.
Ha insegnato l’Umanità, dispensandola con autentica generosità attraverso l’esercizio umile della professione medica.
Era un Chirurgo d’urgenza che ha scelto di stare – davvero – tra i poveri, tra i diseredati, tra coloro che la “bruttura” di qualche uomo ha reso (e rende) reietti.
Gino Strada era sempre tra le pozzanghere, il mare mosso, i quartieri distrutti dalla guerra e la gente abbattuta dal malaffare e dalla mala politica. In ogni parte del mondo.
Di parole ne faceva poche.
Di fatti umani o “sovrumani” ne compiva tanti.
Non amava mostrarsi in cravatta e non ostentava la visibilità del camice. E tantomeno snocciolava curricula o muoveva competizioni con altri operatori sanitari.
Gino Strada era la semplicità che accompagnava la più sincera e umana professionalità.
Non ha mai lamentato di pazienti impertinenti o di turni massacranti perché aveva scelto, sin da giovane, di essere un medico e un medico non può essere un pupazzo comodo vestito di bianco. Un medico è e non può non essere nella trincea della vita.
Gino Strada non aspettava di essere ringraziato: ringraziava ogni giorno i tanti (pazienti) a cui donava le Sue cure gratuite perché era medico per loro.
Innanzitutto.
Grazie Gino.