Vite donate a sostegno della legalità.
Esistenze congiunte dalla tragicità della illegalità.
RITA e MARIO sono due Cittadini dello Stato Democratico Italia. Cittadini di una Nazione dove esistono delle Leggi a tutela di ogni cittadino, destinatario di Diritti e di Doveri.
RITA e MARIO hanno sempre esercitato Diritti e adempiuto Doveri perché significa contribuire alla crescita di una PATRIA, rispettando il prossimo.
RITA e MARIO hanno vissuto ricordando, semplicemente, che “appropriarsi” diritti non dovuti o reprimere diritti dovuti o “imporre” doveri “non dovuti” o eludere doveri dovuti significa non rispettare la Comunità-Stato.
In uno Stato Democratico (dunque legale!) dovrebbero vivere Persone/Cittadini Democratici (quindi predisposti alla legalità!).
Cosa significa?
Significa – come più e più volte ribadito da RITA e MARIO – che ognuno di noi dovrebbe vivere secondo un senso civico descritto e prescritto, perfettamente, dalla Costituzione.
Non dovrebbe essere difficile imparare delle regole sin dalla tenera età, applicarle con l’orgoglio di “fare il bene” di una Nazione/Popolo, difenderle perché proprio le regole sono la serenità/dignità di ognuno.
Ciò riesce proprio esercitando Diritti e adempiendo Doveri prescritti dalla Legge.
È facile. Semplice. Pure divertente.
Perché così si diventa e ci si sente Protagonisti del BENE proprio e di una NAZIONE che è NOSTRA. E SIAMO NOI LA NAZIONE.
Questo dovrebbe essere l’ORGOGLIO DI OGNUNO: CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA di uno STATO DEMOCRATICO, accrescendo se stessi.
Questo significherebbe DEMOCRAZIA: GOVERNARSI DA POPOLO NEL NOME DEL POPOLO, realizzando l’interesse di ogni cittadino secondo le REGOLE imposte a TUTTI (ciò è, anche, legalità!).
E non nel nome di alcuni. E non nel nome di altri.
Ma accade, purtroppo, che non tutti rispettino quelle REGOLE, quindi si annida l’illegalità: sì, illegalità è – semplicemente – non rispettare delle REGOLE.
Quando alcuni le rispettano e altri non le rispettano è il CONFLITTO (che viene designato, di volta in volta, a mezzo denominazioni convenzionali: malaffare, malapolitica, malagiustizia, malasanità, malamministrazione, mafia, guerra, associazione a delinquere, corruzione, connivenza, frode etc…).
La sostanza, comunque, è in questa semplice dinamica che si “inceppa” e provoca dolore.
Perché quando un padre o una madre non riescono a insegnare delle REGOLE ai propri figli non è difficile comprendere che una famiglia viva nel DISORDINE ed è proprio questo DISORDINE a tramandarsi.
Il CAOS è insito in ognuno di noi e ognuno di noi dovrebbe orientare questo CAOS proprio rispettando e applicando le REGOLE.
PAOLO BORSELLINO E GIANLUCA CONGIUSTA, ognuno secondo la propria esistenza, hanno cercato di far comprendere la semplicità edificante delle REGOLE – prescritte dalla LEGGE come ASSOLUTE e INELUDIBILI – che sono CIVILTÀ di rispettarsi, esercitando DIRITTI e adempiendo DOVERI attribuiti dalla stessa LEGGE.
Ma proprio quando tali diritti vengono soppressi/repressi (magari appropriandosene pure indebitamente…) e i doveri vengono elusi (o se “non dovuti“, addirittura, imposti), esplode il dramma di AMMAZZARSI TRA UOMINI (SIA IN SENSO FIGURATO CHE REALE)!
A M M A Z Z A R S I T R A U O M I N I.
PAOLO E GIANLUCA AMMAZZATI SOLO PER AVER RISPETTATO LE REGOLE DI UNO STATO DEMOCRATICO DA CITTADINI DEMOCRATICI.
RITA (SORELLA DI PAOLO) E MARIO (PADRE DI GIANLUCA) “PRIVATI” DI UN FRATELLO E DI UN FIGLIO UCCISI SOLO PER AVER IMPARATO E INSEGNATO A RISPETTARE LE REGOLE DELLA NAZIONE DI CUI ERANO CITTADINI. SEMPLICI CITTADINI.
EPPURE, RITA E MARIO NON HANNO VANIFICATO LA MORTE DEI CARI CONGIUNTI (NONOSTANTE LE “TRIBOLAZIONI” PROCESSUAL-GIUDIZIARIE!): NE HANNO RESO UN GRIDO DI LEGALITÀ SINO ALL’ULTIMO RESPIRO (E MAI DI VENDETTA!).
CHIEDERE SCUSA È DOVEROSO. RICORDARLI È ESSENZIALE.
D E MO C R A Z I A.
G R A Z I E R I T A.
G R A ZI E M A R I O.
GRAZIE A TUTTI COLORO CHE, COME RITA E MARIO, PORTANO AVANTI IL SOGNO DELLA LEGALITÀ.
(copyright2018)