Ho visto la Giustizia ed era affranta.
Le ho chiesto e mi ha risposto che c’è tanto dietro un “cespuglio“.
Mi ha spiegato che il “cespuglio” appare verde, in salute, ed è pure ben curato ma il grigiore è dietro, alle spalle.
Ha specificato, inoltre, che tanti si premurano in suo nome: tante bocche si riempiono di convegni, tanti vestiti si riempiono di titoli, tanta conoscenza tecnica “vernicia l’affare”.
“Ciò è ancor più doloroso” – mi ha riferito.
“E poi? ” – ho chiesto.
“E poi ” – mi ha risposto – “è un vuoto e ci si perde. E si perde il senso della Giustezza. E affanna l’Umanità “.
“Molti, anche nelle aule, declinano la mia barzelletta: mi deridono, mentre io piango” – mi ha confidato.
“Sto diventando…un ‘affare’, sì” – mi ha urlato – “e quando anche la Giustizia diventa ‘affare’…”.
Ed è scoppiata a piangere.
“Cosa vuoi dire ?” – ho chiesto.
Ha abbassato lo sguardo e ha iniziato a scavare.
Creata una buca di una certa ampiezza, ha deposto la bilancia, seppellendola.
Misera, è andata via.
Barcollando.